Pubblicato da: giulyg78 | 7 dicembre 2009

Gang bang

Un linguaggio gretto, volgare, scurrile. I personaggi sono essenziali, limitati, superficiali. L’ambientazione squallida, quasi asettica nella sua umana bestialità. Palahniuk apre la porta di servizio su un set di un film porno, uno dei peggiori film porno: girato per vendetta, riscatto, ricatto. Senza nessun tipo di emozione o sentimento. Tutto passa oltre. Tutto scivola via come l’olio usato per lucidare la pelle. Anche le rivelazioni più clamorose, le situazioni più drammatiche vengono banalizzate dalla pochezza sentimentale di quanti, per puro caso, si trovano riuniti in un’unica medesima stanzetta. Una fiera dell’egocentrismo in pieno svolgimento. Ma Palahniuk si rivela davvero uno scrittore contemporaneo geniale in questo romanzo: nonostante tutto riesce a creare un’opera godibilissima, scorrevole, con tratti di pura comicità capaci di strappare una risata. Le pagine scorrono via una dietro l’altra, un attore dopo l’altro, un ciak dopo l’altro. E il finale? Il finale è un vero colpo di scena… o forse no.

“I diamanti di massimo valore sono quelli passati per le mani di molti gioielleri. Seguendo questa stessa regola, le puttane sono preziose.” John Webster

“Per convincere una donna a recitare in un film a luci rosse devi offrirle un milione di dollari. Per convincere un uomo basta chiederglielo.” Chuck Palahniuk


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